Ritmi dell’io, del corpo astrale, del corpo eterico e del corpo fisico nel loro reciproco rapporto di 1 : 7 : (4 x 7) : (10 x 7 x 4)

O.O. 107 – Antropologia Scientifico-Spirituale Vol. II – 12.01.1909


 

Fra l’io, il corpo astrale, il corpo eterico e il corpo fisico dell’uomo sussistono, come ricorderete, determinati rapporti.

Quello che c’è da rilevare a proposito della quarta componente, cioè dell’io, salta per così dire agli occhi con la massima evidenza se pensiamo ai due stati di coscienza che l’io sperimenta alternativamente nell’arco di ventiquattro ore, ossia di un giorno.

Noi, questo periodo di un giorno costituito di ventiquattro ore, entro il quale l’io ha esperienza del dì e della notte, del sonno e della veglia, lo assumiamo per un certo verso come unità.

 

Se diciamo perciò che quanto l’io sperimenta in un giorno obbedisce all’uno, come numero, dobbiamo anche dire che, analogamente, il numero sette è quello che corrisponde al ritmo del nostro corpo astrale.

Mentre l’io, l’io quale è oggi, torna per così dire al suo punto di partenza in ventiquattro ore, si riporta dov’era in un giorno, il nostro corpo astrale fa la stessa cosa in sette giorni.

Cercheremo adesso di precisare un po’ meglio questo aspetto.

 

Pensate dunque al vostro risveglio mattutino, il quale consiste, come si usa dire comunemente – ma anche impropriamente -, nel fatto che riemergete dall’oscurità dello stato d’incoscienza e che gli oggetti del mondo fisico-sensibile vi si ripresentano intorno. Questo è ciò che sperimentate al mattino e che, salvo eccezioni naturalmente, tornate a sperimentare in capo a ventiquattrore.

Il processo si svolge di regola così, e possiamo dire quindi che

•  il nostro io, dopo un giorno fatto di ventiquattr’ore, torna al punto di partenza (1).

 

Esaminando con il medesimo criterio ciò che accade corrispettivamente nel corpo astrale, dobbiamo dire che, se vi si svolge effettivamente quello che di regola è il suo specifico processo,

• il corpo astrale dell’uomo torna al suo punto di partenza in capo a sette giorni (7).

Dunque, mentre l’io compie un ciclo in un giorno, il corpo astrale va molto più lento, compie il suo ciclo in sette giorni.

• Il corpo eterico, poi, compie il proprio ciclo in quattro volte sette giorni,

torna nuovamente al punto di partenza dopo quattro volte sette giorni (4×7).

 

E ora prego di fare attenzione a quello che ho già detto nella penultima conferenza:

• nel caso del corpo fisico, il processo non è così regolare come per il corpo astrale e per il corpo eterico.

 

Anche in questo caso possiamo nondimeno calcolare un numero approssimativo:

• il corpo fisico compie il proprio ciclo, all’incirca, in dieci volte ventotto giorni,

(10x4x7) così da tornare anch’esso al punto di partenza.

 

Vi è noto infatti che l’uomo presenta quella cospicua diversificazione per la quale il corpo eterico femminile possiede caratteristiche maschili e, viceversa, il corpo eterico maschile possiede caratteristiche femminili.

Già questo sarà sufficiente a spiegare perché, sotto un certo aspetto, nel ritmo subentri necessariamente una irregolarità quando si tratta del corpo eterico e del corpo fisico.

 

• In generale, comunque, la proporzione di 1 : 7 : (4 x 7) : (10 x 7 x 4) esprime i rapporti numerici

che stanno a indicare, diciamo così, le “velocità di rotazione” delle quattro partì costitutive della natura umana.

• Questo, naturalmente, solo in senso figurato, perché qui non si tratta di rotazioni,

ma del ripetersi dei medesimi stati; si tratta di cadenze ritmiche.