I sette regni del triplice mondo

O.O. 9 – Teosofia (V – Il mondo fisico….)


 

I sette regni del triplice mondo

 

1 – Il regno minerale  

viene percepito dai sensi e compreso dal pensiero.

Se ci formiamo un pensiero su un corpo minerale, abbiamo dunque da fare con due cose:

con l’oggetto sensibile e col pensiero.

Di conseguenza dobbiamo pensare che l’oggetto sensibile è un essere-pensiero condensato.

 

Ora un corpo minerale agisce sopra un altro in modo esteriore.

Lo urta e così lo muove, lo riscalda, lo illumina, lo scioglie, e così via.

Questo modo di azione esteriore viene espresso in pensieri.

L’uomo si fa pensieri sul modo in cui i minerali agiscono gli uni sugli altri secondo una legge esteriore.

 

In tal modo i suoi singoli pensieri si sviluppano

in un’immagine di pensiero complessiva del mondo minerale,

e tale immagine è un riflesso dell’archetipo dell’intero mondo minerale.

Come un intero, esso si trova nel mondo spirituale.

 

2 – Nel regno vegetale,

agli effetti esterni di una cosa sull’altra, si aggiungono i fenomeni della crescita e della riproduzione.

La pianta cresce e genera esseri ad essa uguali.

 

• A quel che ci si presenta nel mondo minerale qui si aggiunge la vita.

Il semplice richiamo a questo fatto apre una prospettiva chiarificatrice.

• La pianta ha in sé la forza di darsi la propria forma vivente e di rigenerarla in altri esseri ad essa simili.

• Tra la specie amorfa delle sostanze minerali, quale ci appare nei gas, nei liquidi, e così via

e la forma vivente della pianta stanno le forme dei cristalli.

 

Nei cristalli dobbiamo cercare il trapasso dal mondo minerale amorfo

alla vivente facoltà formatrice del regno vegetale.

• In questo processo sensibile della formazione, sia nel regno minerale sia in quello vegetale,

è da vedere il condensamento sensibile del processo puramente spirituale che si svolge

quando i germi spirituali delle tre regioni superiori del mondo spirituale

si trasformano nelle forme spirituali delle regioni inferiori.

 

Al processo di cristallizzazione  corrisponde nel mondo spirituale, come suo archetipo,

il trapasso dal germe spirituale amorfo alla creazione formata.

Quando questo trapasso si condensa, così che i sensi lo possono percepire nei suoi effetti,

appare nel mondo sensibile quale processo minerale di cristallizzazione.

 

Anche nella vita vegetale vi è comunque un germe spirituale formato.

Qui però all’essere formato è rimasta ancora la vivente facoltà formatrice.

Nel cristallo, dandogli forma, il germe spirituale ha perso quella facoltà,

ha esaurito se stesso nella forma prodotta.

Invece la pianta ha forma, e ha inoltre la facoltà formatrice.

 

La qualità propria ai germi spirituali delle regioni superiori del mondo spirituale

si è conservata nella vita della pianta.

La pianta è dunque forma come il cristallo, ed è inoltre forza formatrice.

Oltre alla forma assunta nella pianta dagli archetipi,

in essa lavora un’altra forma che porta il carattere degli esseri spirituali delle regioni superiori.

I sensi percepiscono però solo ciò che si esplica nella forma compiuta;

gli esseri formatori che le conferiscono la vita esistono nel regno vegetale in uno stato non percepibile ai sensi.

 

L’occhio fisico vede il giglio ancor piccolo oggi, e lo vede cresciuto dopo qualche tempo. Non vede però la forza formatrice che trae quest’ultimo dal primo. L’entità-forza formatrice è ciò che invisibile ai sensi opera nel mondo vegetale. I germi spirituali sono discesi di un gradino per agire nel regno della forma. Nella scienza dello spirito si può a questo proposito parlare di regni elementari.

Se agli archetipi primordiali ancora privi di forma si dà il nome di primo regno elementare, alle entità-forze invisibili ai sensi che operano quali artefici della crescita vegetale, si darà quello di secondo regno elementare.

 

3 – Nel mondo animale

alle facoltà della crescita e della riproduzione si aggiungono la sensazione e l’impulso.

Sono manifestazioni del mondo animico.

Un essere che ne sia dotato è parte di quel mondo, ne riceve impressioni e su di esso esercita influssi.

 

Ora, ogni sensazione, ogni impulso che sorgano in un essere animale

sono attinti dalle profondità dell’anima animale.

• La forma è più durevole della sensazione o dell’impulso.

Si può dire che

• la vita della sensazione sta alla forma vivente più stabile

• come la mutevole forma vegetale sta a quella rigida del cristallo.

 

La pianta si esplica in certo modo tutta nella forza costruttrice di forma;

durante la sua vita, aggiunge continuamente nuove forme.

Prima mette la radice, poi le foglie, i fiori, e così via.

 

L’animale invece raggiunge una forma conclusa

e in essa sviluppa la mutevole vita delle sensazioni e degli impulsi.

Tale vita ha la sua esistenza nel mondo animico.

 

• Come la pianta dunque cresce e si riproduce,

• così l’animale sente e sviluppa impulsi.

 

Essi sono per l’animale l’elemento amorfo che si sviluppa in forme sempre nuove.

Essi hanno in definitiva i loro processi archetipici nelle più alte regioni del mondo spirituale:

esplicano però la loro attività nel mondo animico.

Così nel mondo animale, alle entità-forze, che invisibili ai sensi guidano la crescita e la riproduzione,

se ne aggiungono altre discese di un ulteriore gradino, cioè nel mondo animico.

 

Quali artefici di sensazioni e impulsi

nel regno animale operano entità amorfe che si rivestono di involucri animici.

Sono i veri e propri artefici delle forme animali.

Nella scienza dello spirito la regione di cui sono parte può essere chiamata terzo regno elementare.

 

4 – Oltre che delle facoltà proprie alle piante e agli animali, l’uomo è dotato della capacità

• di trasformare le sue sensazioni in rappresentazioni e pensieri,

• e di regolare col pensiero i propri impulsi.

 

Il pensiero, che nella pianta appare come forma e nell’animale come forza animica,

nell’uomo si presenta nella propria forma, e cioè come pensiero.

L’animale è anima,     l’uomo è spirito.

 

L’entità spirituale è discesa di un altro gradino.

• Nell’animale essa è formatrice dell’anima,

• nell’uomo è penetrata nel mondo stesso della materia sensibile.

 

Lo spirito è presente nel corpo fisico umano,

e poiché appare in veste fisica, può mostrarsi soltanto

come il pallido riflesso che il pensiero offre dell’essenza spirituale.

Attraverso le condizioni dell’organismo cerebrale umano nell’uomo compare lo spirito.

Così lo spirito è divenuto l’intima essenza dell’uomo.

 

Il pensiero è la forma che l’entità spirituale amorfa assume nell’uomo,

come diviene forma nella pianta, e anima nell’animale.

L’uomo non ha quindi alcun regno elementare che lo costruisca da fuori,in quanto è un essere pensante.

• Il suo regno elementare lavora nel suo corpo fisico.

 

Solo in quanto l’uomo ha forma ed è un essere senziente

lavorano intorno a lui esseri elementari della medesima specie

di quelli che lavorano intorno alle piante e agli animali.

• L’organismo del pensiero viene così interamente elaborato nell’uomo dall’interno del corpo fisico.

 

Nell’organismo spirituale dell’uomo,

nel suo sistema nervoso che si è sviluppato fino a dare un cervello perfetto,

in forma visibile ai sensi

si ha l’entità-forza non sensibile che lavora intorno alle piante e agli animali.

• Ne risulta che l’animale ha il sentimento di sé,   • mentre l’uomo ha coscienza di sé.

 

Nell’animale lo spirito si sente anima e non si afferra ancora come spirito.

Nell’uomo lo spirito si riconosce quale spirito,

sebbene, per le condizioni fisiche, solo come pallido riflesso dello spirito, come pensiero.

 

In questo senso, il Triplice Mondo si differenzia così:

 

 

Da tutto ciò appare come le parti costitutive fondamentali dell’uomo vivente

nel corpo fisico siano connesse col mondo spirituale.

• Il corpo fisico, il corpo eterico, il corpo animico senziente e l’anima razionale

vanno considerati come archetipi del mondo spirituale condensati nel mondo sensibile.

 

Il corpo fisico si forma perché l’archetipo dell’uomo si condensa fino a divenire percepibile ai sensi.

Si può quindi anche dire che il corpo fisico è un’entità del primo regno elementare

condensata fino ad essere fisicamente visibile.

 

Il corpo eterico nasce per il fatto che la forma fisica così sorta è mantenuta mobile

da un’entità che spinge la propria azione entro il regno sensibile, ma rimane invisibile ai sensi.

• Volendo pienamente caratterizzare questa entità, bisogna dire

che essa ha origine nelle più alte sfere del mondo spirituale, e nella seconda regione diviene archetipo della vita.

Come archetipo della vita opera nel mondo sensibile.

 

• Similmente l’entità che costruisce il corpo animico senziente

ha origine nelle somme regioni del mondo spirituale,

diviene nella terza regione archetipo del mondo animico, e come tale opera nel mondo sensibile.

 

• L’anima razionale si forma dato che l’archetipo dell’uomo pensante

diviene pensiero nella quarta regione del mondo spirituale,

e come tale opera direttamente nel mondo sensibile, quale essere umano pensante.

 

Così l’uomo sta nel mondo sensibile;

così lo spirito lavora al suo corpo fisico, al suo corpo eterico e al suo corpo animico senziente.

Così lo spirito si manifesta nell’anima razionale.

 

Ai tre corpi inferiori dell’uomo

gli archetipi lavorano dunque in forma di entità che gli stanno in certo modo esteriormente di fronte;

• nell’anima razionale l’uomo lavora (coscientemente) su se stesso.

 

• Le entità che lavorano sul suo corpo fisico sono le stesse che formano la natura minerale.

• Al suo corpo eterico lavorano entità simili a quelle che, impercepibili ai sensi, vivono nel regno vegetale;

• al suo corpo animico senziente lavorano entità simili

a quelle che, del pari invisibili, vivono nel regno animale, estendendo però la loro attività in quei regni.

• Così cooperano i diversi mondi. Il mondo in cui vive l’uomo è l’espressione di tale collaborazione.

 

Quando il mondo sensibile sia stato compreso in questo modo,

si apre anche la comprensione per entità diverse da quelle che esistono nei quattro regni della natura.

Abbiamo un esempio di tali entità in quello che si chiama spirito del popolo (spirito nazionale).

Esso non si manifesta direttamente in forma sensibile;

vive nelle sensazioni, nei sentimenti, nelle inclinazioni comuni a un popolo.

È un’entità che non s’incorpora fisicamente,

ma come l’uomo forma il suo corpo in modo percepibile ai sensi,

così essa forma il proprio dalla sostanza del mondo animico.

 

Il corpo animico dello spirito del popolo è come una nube

entro la quale vivono gli uomini appartenenti a un dato popolo.

I suoi effetti si manifestano nelle anime di quegli uomini, ma non derivano da esse.

Per chi non pensi così lo spirito del popolo,

esso rimane un’immagine schematica del pensiero, priva di sostanza e di vita, una vuota astrazione.

 

Lo stesso sia detto di quello che si chiama lo spirito del tempo.

Lo sguardo spirituale si apre in tal modo

sopra una molteplicità di altri esseri superiori e inferiori che vivono nell’ambiente dell’uomo,

senza che egli possa percepirli con i sensi.

 

Coloro che hanno la veggenza spirituale percepiscono però quelle entità e possono descriverle.

Alle specie inferiori di tali esseri appartengono tutti quelli

che i veggenti descrivono come salamandre, silfidi, ondine, gnomi.

 

Non dovrebbe essere necessario dire che tali descrizioni

non valgono come riproduzioni della realtà che sta alla loro base.

Se lo fossero, il mondo a cui si riferiscono non sarebbe spirituale, ma grossolanamente fisico.

Sono illustrazioni di una realtà spirituale che può essere rappresentata soltanto in quel modo,

e cioè per similitudini.

 

È però comprensibile che chi voglia ammettere solo quel che si manifesta ai sensi fisici

consideri tali entità come frutti di fantasia disordinata e di superstizione.

Tali entità non possono certo rendersi visibili agli occhi fisici, perché non hanno un corpo fisico.

La superstizione però non consiste nel considerarle come reali,

bensì nel credere che appaiano in forma sensibile.

• Entità di tale natura cooperano alla costruzione del mondo

e s’incontrano non appena si penetri nelle regioni superiori, chiuse ai sensi fisici.

 

Superstizioso non è chi vede in tali descrizioni immagini della realtà spirituale,

ma chi crede all’esistenza fisica di tali immagini,

come pure chi respinge lo spirito perché ritiene di doverne respingere l’immagine sensibile.

 

Sono da registrare inoltre entità che non discendono fino al mondo animico,

ma i cui involucri sono intessuti unicamente di sostanza del mondo spirituale.

L’uomo li percepisce e diviene loro compagno quando apre l’occhio e l’udito spirituali adatti.