Gesù di Nazareth doveva diventare un grande iniziato prima di poter essere il portatore del Cristo

O.O. 112 – Il Vangelo di Giovanni in relazione agli altri 3 – 24.06.1909


 

L‘Essere che i sacri risci veneravano sotto il nome di Visvakarman,

quello che Zarathustra qualificò come l’Ahura Mazda del sole,

che Mosè venerò quale l’«ejeh, asher, ejeh»,

quell’Essere dovette manifestarsi in un singolo uomo, in Gesù di Nazareth,

dovette comparire nell’angusto limite dell’umanità terrestre; questo doveva succedere.

 

Ma perché quell’Essere sublime potesse dimorare in un uomo, come Gesù di Nazareth, dovettero cooperare molte circostanze. Gesù di Nazareth stesso doveva già essere giunto ad un gradino superiore. Un uomo qualsiasi non avrebbe potuto essere il portatore di un essere disceso nel mondo nella maniera descritta.

 

Noi che ci siamo avvicinati alla scienza dello spirito, sappiamo che esiste la reincarnazione. Perciò dobbiamo dire che Gesù di Nazareth — e non il Cristo — aveva dietro di sé molte incarnazioni, e che aveva superato nelle incarnazioni precedenti moltissimi gradini prima di poter diventare Gesù di Nazareth.

 

Questo significa che Gesù di Nazareth stesso

doveva diventare un grande iniziato prima di poter essere il portatore del Cristo.

 

• Quando nasce un grande iniziato,

in che modo differiscono la sua nascita e la sua vita dalla nascita e la vita di una persona comune?

 

In generale si può pensare che l’uomo, quando nasce, sia a un dipresso formato a seconda di ciò che proviene da un’incarnazione precedente. Non è così per gli iniziati. L’iniziato non potrebbe essere una guida dell’umanità, se nella propria interiorità avesse soltanto ciò che corrisponde completamente al suo aspetto esteriore. L’uomo deve infatti edificare il proprio aspetto esteriore in conformità alle condizioni dell’ambiente esteriore.

 

Quando nasce un iniziato, nel suo corpo deve penetrare un’anima superiore

che in passati tempi già abbia attraversato nel mondo possenti esperienze.

Perciò di essi viene sempre raccontato che la loro nascita avviene in modo diverso da quella degli altri uomini.

Come e perché?

 

La questione del perché già è stata considerata: perché un grande io, che in precedenza ha avuto esperienze importanti, si unisce al corpo. Ma il corpo non può accogliere all’inizio la natura spirituale che vuole incarnarsi in esso. Di conseguenza ad un’entità, ad un grande iniziato che voglia incarnarsi in un corpo umano perituro, occorre che l’io che sta per incarnarsi aleggi intorno al corpo fisico molto tempo prima di quanto non succeda per gli altri uomini.

 

Mentre per un uomo comune il corpo fisico, poco dopo la nascita, somiglia ed è adatto alla forma spirituale o all’aura umana, l’aura umana di un iniziato che rinasce è luminosa; è appunto la parte spirituale che annunzia che in questo caso vi è più di quanto non si possa normalmente vedere.

Che cosa annuncia la parte spirituale?

 

Ci avverte che non soltanto è nato un bambino nel mondo fisico, ma che qualcosa si è verificato nel mondo spirituale! Questo è il significato delle leggende che si ricollegano con la rinascita di tutti gli iniziati: non soltanto è nato un bambino, ma nello spirito è nato qualcosa che trascende ciò che è nato sulla terra. Ma chi se ne accorge?

 

Se ne accorge soltanto chi possiede l’occhio chiaroveggente per il mondo spirituale. Per questo si racconta che, alla nascita del Buddha, un iniziato capì che si trattava di fatti diversi da quelli che di solito avvengono alla nascita di un uomo.

Per ciò si racconta di Gesù di Nazareth che il Battista doveva prima annunciarlo.

 

Chi ha la veggenza nel mondo spirituale, sa che l’iniziato deve venire e rinascere; sa pure che ciò è un avvenimento nel mondo spirituale. Questo sapevano anche i tre Re dell’oriente che vennero per offrire un sacrificio alla nascita di Gesù di Nazareth.

Lo stesso fatto viene anche descritto attraverso il sacerdote iniziato nel tempio che dice:

«Ora morrò volentieri, perché i miei occhi hanno veduto Colui che sarà la salvezza dell’umanità!» (Luca 2, 25-26).

 

Vediamo così che dobbiamo distinguere bene:

abbiamo un grande iniziato che rinasce come Gesù di Nazareth

e della cui nascita bisogna dire che nasce un bambino,

ma che in quel bambino appare qualcosa che non può essere contenuto dal corpo fisico del bambino.

 

Con Gesù di Nazareth abbiamo dunque qualcosa

che al tempo stesso ha un significato nel mondo spirituale,

e che svilupperà gradatamente il corpo di Gesù fino ad un’altezza tale

che quel corpo sarà maturo per quello spirito.

 

Quando però il corpo fu maturo per quello spirito,

si verificò l’evento in cui il Battista si avvicinò a Gesù di Nazareth,

in cui uno spirito superiore discese e si unì a Gesù di Nazareth,

in cui il Cristo penetrò in Gesù di Nazareth.

 

Allora colui che come il Battista era il precursore del Cristo Gesù può dire:

• «Io venni nel mondo; sono quello che ha preparato la strada ad un essere superiore.

 

• Con la mia bocca ho annunciato che il regno di Dio, il regno dei cieli, si avvicina,

che gli uomini devono mutare la loro mentalità.

• Sono venuto fra gli uomini e ho potuto dire che un impulso speciale entrerà nell’umanità.

• Come in primavera il sole si alza più in alto per annunziare che una nuova vita germoglia,

così io sono apparso per annunziare ciò che germoglia nell’umanità, come il rinato io dell’umanità!»

 

Quando l’elemento umano in Gesù di Nazareth fu giunto al massimo del suo sviluppo,

sì che il corpo fisico di Gesù di Nazareth era l’espressione dello spirito di Gesù di Nazareth stesso,

egli divenne anche maturo ad accogliere in sé il Cristo col battesimo di Giovanni.

• Il corpo di Gesù di Nazareth era sbocciato come il chiaro sole nel giorno di Giovanni, in giugno.

Questo era stato preannunziato.

 

Allora lo spirito doveva nascere dall’oscurità,

come il sole che fino al giorno di Giovanni va acquistando sempre maggior forza,

che continua sempre più a crescere e comincia dopo a declinare.

Questo era ciò che doveva annunziare il Battista.

 

Doveva annunziare come il sole aumenti di splendore fino al punto da poter dire:

• «È apparso colui che gli antichi profeti avevano annunziato,

colui che dai mondi spirituali fu chiamato il Figlio dei mondi spirituali.»

L’azione di Giovanni Battista arriva fino a quel punto.

 

Ma dopo, quando le giornate ridiventano più brevi,

quando l’oscurità riprende il sopravvento, allora, mediante la preparazione,

deve risplendere la luce interiore spirituale, deve divenire sempre più chiara,

così come il Cristo risplende in Gesù di Nazareth.

 

Così Giovanni vedeva avvicinarsi Gesù di Nazareth;

egli sentiva il crescere di Gesù di Nazareth come il suo decrescere e come il crescere del sole.

Da ora in poi io diminuirò — si diceva — come il sole decresce dal giorno di Giovanni in poi.

Egli invece crescerà, Egli, il sole spirituale, e risplenderà nelle tenebre.

 

Così Egli si è annunciato, così è incominciata la rinascita dell’io dell’umanità;

da essa dipende la rinascita di ogni io umano superiore nell’umanità.

Così è caratterizzato l’evento più importante nell’evoluzione di ogni singolo uomo:

la rinascita di ciò che di immortale può germogliare dall’io usuale.