L’essenza particolare del Convegno di Natale – Il suo carattere misterico

Rudolf Steiner e la Fondazione dei Nuovi Misteri


 

Vogliamo ora addentrarci nell’essenza particolare del Convegno di Natale,

nel suo carattere misterico, che viene ad espressione nel fatto che,

con i sette ritmi principali che furono dati nel corso delle sette giornate natalizie, possiamo seguire

• da un lato i sette gradi dell’esistenza spirituale che l’anima percorre nel tempo corrente tra due incarnazioni,

• e dall’altro i sette gradini della nuova via di iniziazione cristiano-rosicruciana.

 

Questa venne realizzata allora, come via di iniziazione moderna, pubblicamente sul piano fisico,

mediante un atto che pose le basi per un nuovo centro di misteri sulla Terra, sotto il segno di Cristo-Michele.

• «Posa della pietra fondamentale della Società Antroposofica internazionale, per opera di Rudolf Steiner»,

così venne comunicato nel Programma

quello che venne compiuto da Rudolf Steiner, «per volontà del mondo spirituale»,

il martedì 25 dicembre 1923, giorno che stava sotto il segno delle forze cosmiche di Marte.

 

Sappiamo dalle comunicazioni della scienza dello spirito che la prima metà dell’evoluzione della Terra, fino al Mistero del Golgota, è connessa con le forze di Marte. Perciò quel giorno era particolarmente fausto per riassumere tutta la sapienza dei misteri del passato, quella della prima metà, discendente, dell’evoluzione terrestre, che si esprime nell’antichissima frase misteriosofica «conosci te stesso», per rinnovarla poi nei sette gradini iniziatici dei nuovi misteri «tratti dai segni del presente».

 

Da tempi remoti nelle sedi di iniziazione affluiva la saggezza all’umanità dalle profondità del cosmo.

Ora, diciannove secoli dopo il Mistero del Golgota,

l’uomo che ha accolto in sè, in tutta libertà e piena coscienza, l’impulso-Cristo,

deve restituire al cosmo questa saggezza nei nuovi misteri, dopoché questa, nel suo io, è divenuta amore,

e d’ora in poi irraggia di ritorno nelle lontananze dell’universo

dal cuore umano che si voglia consacrare al «progresso delle anime umane…al progresso del mondo»25

per la realizzazione delle grandi mete dell’evoluzione.

 

Perciò in quei giorni dovette esser posata nei cuori dei presenti «la pietra fondamentale dodecaedrica d’amore»,

quale «figura immaginativa dodecaedrica d’amore» «copiata dall’universo e trapiantata nell’elemento umano»,

con il quale atto venne creata la base fondamentale per i nuovi misteri dell’io;

poiché l’amore è «il risultato della saggezza rigenerata nell’io».26

 

Così la complessiva saggezza universale del passato,

che è stata deposta nell’evoluzione universale dal mondo spirituale divino, dal tempo dell’antico Saturno in poi,

deve venir generata di nuovo nel libero io dell’uomo compenetrato dall’impulso Cristo.

 

Di questo ci parlano le parole della meditazione della pietra fondamentale,

rivolte al Natale universale della svolta dei tempi,

per formare nelle profondità dell’anima umana quella pietra d’amore

che deve diventare per mezzo dei nuovi misteri,

pietra fondamentale per l’intera evoluzione futura, dalla Terra a Vulcano,

laddove la saggezza del passato, rigenerata dall’io umano compenetrato dal Cristo,

deve formare dell’amore il principio formativo del cosmo.

 

Rudolf Steiner caratterizza l’essenza di questa «immaginativa creazione d’amore»

che venne riversata in quei giorni quale pietra fondamentale nelle anime dei presenti, come quella che

«deriva 

• la sua sostanza → dall’amore universale umano,

• la sua capacità figurativa e la sua forma → dall’immaginazione universale umana,

• e il suo splendore di luce → dai pensieri universali umani».27

 

Da questa sua caratteristica desumiamo che specialmente in tre suoi elementi 

la pietra fondamentale come tutto unitario, rappresenti nell’anima umana 

• l’unificazione armonica di macrocosmo e microcosmo.

 

Nel capitolo del suo libro dedicato alla particolare considerazione della pietra fondamentale, Zeylmans van Emmichoven ha descritto il rapporto dei tre elementi macrocosmici della pietra fondamentale con le nove gerarchie cosmiche,

• gli spiriti delle forze,               • gli spiriti della luce                • e gli spiriti delle anime.

 

L’attività creativa di queste entità gerarchiche,

• nelle forme dell’amore universale,        • dell’immaginazione universale         • e del pensiero universale,

deve venir riconosciuta dall’uomo del nostro tempo,

affinchè possa comprendere in sè «la triade di tutto l’essere:

• amore universale dominante nell’amore umano,

• immaginazione universale dominante nella formazione dell’organismo umano,

• pensiero universale dominante nell’arcano sostrato dei pensieri dell’umanità28

 

Perchè soltanto una tale conoscenza può indurre l’uomo

a immergere liberamente nella sua anima, per forza di sacrificio del suo cuore,

la pietra dodecaedrica di amore dei nuovi misteri:

questo significa che l’uomo è indotto a compiere l’atto

per cui egli offre alle potenze gerarchiche che «l’adombrano»,

• il suo amore umano,           • la sua immaginazione umana,            • il suo pensiero umano,

significa che egli, nella sua qualità di genuino microcosmo,

si inserisce nel grande universo, nel macrocosmonel grande complesso delle gerarchie,

significa che egli si riconosce «come uomo individuale libero nel dominante operare divino del cosmo,

mentre agisce come uomo universale,

cioè come uomo individuale entro l’uomo cosmico, operante per il futuro del mondo»

e offre alle potenze gerarchiche che lo adombrano

• il suo amore umano,           • la sua immaginazione umana,            • il suo pensiero umano.

 

Se vogliamo farci un’esatta rappresentazione di che significato attribuire al termine «uomo universale»,

possiamo ricorrere alla descrizione che Rudolf Steiner ne ha dato,

per esempio, nella conferenza del 25 maggio 1924 a Parigi (O.O. 239), nella quale parla del fatto che

 

• l’uomo, dopo la sua morte, crea nella sfera solare

il modello del suo corpo fisico per la sua prossima incarnazione,

e lo fa in collaborazione con tutte le gerarchie del cosmo,

attingendo all’uomo macrocosmico, all’Adamo Cadmon: egli si sperimenta in lui in guisa che

• i pianeti interni, Luna, Mercurio e Venere, attraverso le cui sfere agiscono gli spiriti delle anime,

diventano le sue membra;

• il Sole con gli spiriti della luce operanti nella sua sfera, diventa il suo sistema del cuore e dei polmoni;

• diventano invece suo organo di conoscenza i pianeti esterni alla sfera solare, Marte, Giove, Saturno,

che sono le porte aperte all’influsso delle somme gerarchiche, degli spiriti delle forze.

 

Però questa sublime esperienza dell’uomo macrocosmico,

raggiungibile dall’uomo comune soltanto dopo la morte,

oppure negli antichi misteri soltanto nel sonno templare di tre giorni,

si svolgeva in entrambi i casi all’infuori dal corpo, lontano da ogni elemento terrestre,

mediante l’unione dell’anima con l’alta sfera solare.

 

Ma in seguito alla comparsa del Cristo, del grande «Uomo solare» e grazie al Mistero del Golgota,

tutta la pienezza della vita cosmica è stata portata nell’ambito terrestre.

 

Nelle parole di Rudolf Steiner:

▸ «Così anche quella figura che è passata per il Mistero del Golgota può comparire davanti all’anima umana,

solo se questa ha anzitutto la possibilità di contemplare, con organi umani, l’uomo cosmico;

perchè è come uomo cosmico che il Cristo è venuto dal Sole.

Prima di allora non era mai stato un uomo terrestre,

e come uomo cosmico si è approssimato alla Terra.»28a

 

• Allora soltanto potè venir donato a tutti gli uomini sulla Terra l’impulso alla riascesa nel macrocosmo.29

 

Tuttavia l’evoluzione mondiale si svolge lentamente.

Anche se dopo il Mistero del Golgota era stata concessa all’umanità in divenire la possibilità di una tale ascesa,

pure non potè allora verificarsi in piena libertà individuale, perchè l’umanità dovette prima conquistarsela;

per questo furono necessari ancora diciannove secoli prima che gli uomini, dopo essere passati

per l’intensissimo processo di individualizzazione entro la cultura materialistica,

potessero, ormai nell’età moderna, conseguire in alta misura l’impulso verso la libertà interiore,

perchè nella nuova epoca di signoria dell’Arcangelo solare Michele, divenissero finalmente maturi

a che ogni singolo si potesse trovare sulla Terradotato di volontà completamente libera

mediante l’unione cosciente con l’impulso Cristo

▸ «quale uomo individuale libero entro l’azione divina dominante nel cosmo,

come… uomo individuale entro l’uomo cosmicooperante… nell’uomo universale per il futuro del mondo».

 

Questa è anche la ragione per cui proprio oggialla fine del periodo buio del Kali Yuga,

gli dèi si volgono di nuovo dal cosmo agli uomini

e la loro voce risuona all’orecchio terrestre di questi nella meditazione della pietra fondamentale,

rivelando loro «quello che il mondo ha da dire all’essere umano, alla vita umana e all’azione umana»30,

• ci risuona così in questa meditazione la grande Parola cosmica del Padre dall’alto, attraverso gli spiriti delle forze;

• così la Parola del Figlio risuona da oriente a occidente,attraverso gli spiriti della luce,

• e la Parola dello Spirito risuona dalle profondità del mondo, attraverso gli spiriti delle anime!

 

A questo triplice appello del cosmo, che risuona all’anima umana nei nuovi misteri,

essa deve dare risposta, con volontà di servizio sacrificale,

per agire partendo dallo spirito, dove l’anima forma con la sostanza del mondo

«in cui esiste, vive ed opera lo spirito che scorre dalle altezze e si manifesta nel capo dell’uomo»,30

• con la «forza Cristo che agisce dappertutto nella cerchia,

che tesse nell’aria, accerchiando la Terra e vive e agisce nel nostro sistema respiratorio»

• e infine con le forze profonde, «che emergono dall’interno della Terra», «che operano nelle nostre membra»,

forma in sè la pietra fondamentale dodecaedrica,

che può poi contrapporre con animica intelligenza, come dodecaedro umano al dodecaedro universale.

 

Qui, nella risposta dell’anima che forma il dodecaedro umano,

appaiono le tre forze universali in ordine invertito rispetto al dodecaedro universale,

e solo la forza Cristo, comprendente macrocosmo e microcosmo, agisce nella stessa maniera in entrambi.

 

Riassumendo possiamo dire: nella meditazione della pietra fondamentale abbiamo,

• da un lato l’appello del cosmo, che risuona all’orecchio dell’anima umana;

vi operano

• le forze del Padre dalle sommità,

• le forze del Figlio nella cerchia,

• le forze dello Spirito dalle profondità dell’universo.

 

• Ma dall’altro lato, l’universo risponde al cosmo, e la sua risposta deve consistere nel fatto che

• essa crea in sè il dodecaedro umano come serio voto di servizio sacrificale, di fronte all’operante dodecaedro universale,

il dodecaedro umano che è formato

«dallo Spirito delle sommità», «dalla forza Cristo della cerchia, dall’attività del Padre… che scorre dalle profondità».

 

L’uomo crea il dodecaedro umano come risposta all’appello delle forze cosmiche che ode in sè,

quando si colloca nel mondo in modo

• che nel suo capo il suo pensiero si possa manifestare allo Spirito delle sommità,

• che nel suo cuore possa dominare il Cristo,

• che nella sua azione possa operare dalle profondità dell’universo la forza del Padre.

 

Questa dovrebbe essere la risposta dell’uomo al triplice appello del cosmo.

Dove ciò si realizza,

• abbiamo l’inizio di una nuova èra dell’evoluzione universale,

• abbiamo l’inizio dell’ascensione spirituale dell’umanità.

 

Questo è il ritmo principale della meditazione della pietra fondamentale,

che Rudolf Steiner ci presenta nella Ia giornata,

ritmo che ci indica le condizioni preliminari per entrare nella via dei nuovi misteri,

e che vogliamo ora considerare più precisamente.

 

 

Nella prima giornata del Convegno di Natale, il 25 dicembre 1923,

Rudolf Steiner cominciò con la lettura del primo capoverso delle parti I-III della meditazione.

 

Come Rudolf Grosse lo indica nel suo libro «Il Convegno di Natale come svolta dei tempi»

abbiamo qui, dopo il triplice appello diretto all’anima umana, in dodici versi (2-13),

il continuo processo di incorporazione dell’anima nel corpo fisico,

in cui l’anima stessa, che prende possesso del corpo fisico, si unisce

• in primo luogo con le membra (I,2),       • «poi con cuore e polmoni (II,2)       • e infine con il capo (III,2).31

 

Dopoché così essa è entrata nella sfera terrestre, può ormai vivere nel mondo fisico,

e se percorre nella maniera giusta le esperienze della vita terrena,

questa la conduce per gradi,

attraverso il mondo spaziale (I,3) e attraverso il mondo del tempo (II,3),

dall’eternità (III,3), in quanto la vita terrestre la prepara occultamente,

• all’esperienza dell’oceanica entità dello spirito (I,4),

• al sentire l’essere dell’anima sua propria (II,4),

• al «dischiudersi» dei cosmici pensieri (III,4).

 

L’anima che non si trova sulla via dell’iniziazione,

può vivere la piena realtà spirituale che viene a espressione in questi tre versi, soltanto dopo la sua morte;

però l’anima può percorrere la via dell’iniziazione,

può cominciare a lavorare coscientemente su se stessa, a praticare

• il memorare dello spirito,      • la riflessione dello spirito,      • la visione spirituale (I, II, III,5-6).

 

Ma se l’anima si è decisa ad andare incontro al mondo spirituale,

le si rivela allora il mistero dell’ascesa all’Io superiore,

attraverso passato,      presente     e futuro (I, II, III, 7-11).

 

Le si svela il segreto del divenire dell’io nel corso dei tempi universali,

e questa conoscenza dà all’anima la forza per cominciare consciamente

il lavoro che può condurre alla liberazione dall’effetto del peccato originale,

in quanto essa si acquista per gradi la capacità

• «di vivere veramente»,      • «di sentire veramente»      • e «di pensare veramente» (I, II, III, 12);

ma questo è già un risultato della trasformazione del corpo astrale umano nel sè spirituale,

cioè nella Vergine Sofia, secondo la terminologia cristiana.

 

Con ciò l’uomo diventa un vero tempio di Dio, il vaso per lo Spirito Santo,

e comprende se stesso nell’aspetto eterno

• del suo essere universale,      • dell’attività della sua anima,      • delle profondità del suo spirito (I, II, III, 13),

come uomo che è assolutamente collegato, • nel suo corpo,       • nella sua anima       • e nel suo spirito,

con i sommi mondi soprasensibili.

 

Tuttavia questa consapevole ascesa dell’uomo nei mondi superiori non sarebbe possibile, se la forza necessaria derivasse solo dal desiderio dell’anima umana: una reale iniziazione può aver luogo solo se all’anima umana anelante alle altezze si fa incontro il mondo spirituale stesso.

 

Abbiamo già più volte indicato che, nel tempo antico precristiano, ciò poteva avvenire soltanto

nella condizione del profondo sonno templare «simile a morte» di tre giorni,

nel quale l’anima, dopo aver percorso tutti i necessari gradi preparatori,

veniva posta in tale condizione dal sacerdote ierofante,

cosicché il mondo spirituale le si potesse avvicinare direttamente.

 

Ma poiché dal Mistero del Golgota in poi l’essere macrocosmico del Cristo dimora nella sfera terrestre,

dove con l’anno 1879 è cominciata la nuova èra luminosa,

così è ora divenuto possibile percepire coscientemente la voce del macrocosmo

e trovare in piena libertà l’ingresso nei mondi soprasensibili,

cioè sperimentare che nel nostro tempo

il mondo spirituale stesso viene incontro direttamente a tutta l’umanità.

 

Infatti solamente per l’azione del Cristo sul Golgota,

l’anima può oggi, nell’epoca universale della libertà umana,

trovarela via della «riconciliazione con Dio»,

cioè della libera e consapevole unione con i mondi superiori.

 

Che ciò sia possibile a partire dal nostro tempo,

ce ne parla anzitutto la IV parte della meditazione della pietra fondamentale.

 

Prima gli dèi si avvicinavano all’umanità solo in uno stato di coscienza chiaroveggente ottusa,

ora invece all’uomo che si lascia riscaldare il cuore e illuminare la mente dal Cristo-Sole (IV, 14-19)

si può manifestare in tutta la pienezza dell’essere la Parola cosmica divina,

che si rivolge oggi all’uomo pienamente cosciente nel secondo capoverso delle parti I-III della meditazione,

laddove nei sette versi successivi (14-20) è descritto il processo con il quale il macrocosmo

discende per gradi verso l’uomo, ciò che è l’indispensabile premessa per ogni vera via iniziatica.

 

• All’anima umana che aspira alla conoscenza superiore,

il macrocosmo va incontro attraverso tre gradi.

 

• In primo luogo esso si manifesta nel suo aspetto più alto, sopra gerarchico:

come sfera del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, come trinità divina (I, II, III, 14-15),

• poi come mondo creatore delle nove gerarchiche (I, II, III, 16-18),

• e infine come voce delle gerarchie, come parola universale

che risveglia l’uomo e gli rivela il suo destino celeste e terreno,

la sua origine dall’elemento divino, la sua vittoria in Cristo sopra la morte terrena,

il suo destarsi a nuova coscienza mediante l’unione con lo Spirito:

▸ «Dalla divinità si sustanzia l’umanità – Nel Cristo la morte diventa vita

– Nei cosmici pensieri dello Spirito l’anima si desta.» (I, II, III, 19-20)

 

Così quello che l’anima vive sulla via dell’iniziazione, come è descritto nei primi capoversi delle parti I-III della meditazione, è possibile solo perchè vi partecipa l’intero macrocosmo, il quale, nel secondo brano delle suddette parti, discende verso l’uomo; ecco perchè questi capoversi iniziano sempre con il termine «poiché».

 

Tuttavia la corrispondenza interiore tra i due capoversi delle tre parti

è accessibile alla piena coscienza dell’uomo solo mediante il contenuto della IV parte.

 

Rudolf Steiner ce lo presenta come l’immagine totale della nuova iniziazione,

nella prima giornata del Convegno di Natale, in quanto ci indica nei suoi possenti ritmi la complessiva via di iniziazione.

 

• Così egli dirige in primo luogo la nostra attenzione,

nel primo capoverso delle parti I – III verso la via microcosmica,

quella che va dal basso in alto verso i mondi spirituali,

• poi ci fa vedere il mistero del Cristo nell’umanità, per mezzo del

quale vien ristabilita la congiunzione dell’anima umana con il mondo degli dèi

(primo capoverso della IV parte) che era stata interrotta dal peccato originale.

• E infine, all’anima che si è compenetrata dell’impulso Cristo,

immergendosi nel secondo capoverso della IV parte della meditazione,

appare la prima immagine della via di iniziazione,

la definitiva associazione dell’anima umana ai mondi spirituali divini,

del microcosmo con il macrocosmo,

così come viene a espressione nella lettura completa della I, II e III parte della meditazione.

 

Se ora consideriamo nel loro insieme i ritmi della Iª giornata,

vediamo che il loro scopo precipuo è quello di produrre per l’uomo che si prepara ai nuovi misteri,

il rapporto con il Cristo per mezzo della comprensione del suo operare universale nell’evoluzione del mondo.

 

Perchè è lui che ha portato la reale possibilità di congiungere

•  il macrocosmo con il microcosmo,      •  il mondo degli dèi con il mondo degli uomini,

in lui «la Parola si è fatta carne».

 

É compito dei ritmi di quel giorno di prender coscienza

del pieno infinito significato di questo dato di fatto della nuova via di iniziazione.

 

Alla fine di ciascuna delle prime tre parti della meditazione,

Rudolf Steiner, rivolgendosi agli spiriti elementari nelle quattro direzioni dello spazio,

si appella direttamente a questi spiriti, per la cui sfera il discepolo deve passare iniziando la sua via spirituale.

 

Gli spiriti dei quattro elementi hanno accolto l’impulso Cristo già al tempo del Mistero del Golgota,

e possono quindi indicare all’uomo la giusta via verso di lui.

 

L’appello contenuto nei tre versi

contiene tuttavia ancora un ulteriore segreto, quello della nuova vita della natura,

che oggi in ogni pietra, in ogni pianta, vuol parlare all’uomo del grande Redentore solare del mondo.

• Perciò è compito particolare della scienza dello spirito moderna

di sviluppare una nuova concezione della natura;

Rudolf Steiner vi accenna tra l’altro nella conferenza del 17 maggio 1923 a Cristiania:

 

▸ «Dobbiamo inoltre imparare nuovamente dalla scienza dello spirito

a vedere un elemento spirituale in ogni essere materiale,

spiriti dietro la pietra, spiritualità dietro alla pianta, dietro agli animali,

dietro agli uomini, dietro le nuvole, dietro al sole.

Se attraverso la materia troviamo nuovamente lo spirito nella sua realtà,

apriamo allora le nostre anime umane anche alla voce del Cristo,

che ci vuol parlare, se solo noi vogliamo ascoltarlo.» (O.O. 226)

 

E nella VI conferenza dello stesso ciclo, il 21 maggio, Rudolf Steiner si esprime così:

▸ «Prima del Mistero del Golgota l’umanità scorgeva la natura animata e permeata di spirito.

Dopo il Mistero del Golgota l’Umanità deve aspirare

a vedere la natura animata e permeata di spirito formare il seguito del Cristo,

che gli spiriti della natura siano visti tutti al seguito del Cristo, poichè senza di lui non possono esser visti.»

 

• Ma questa nuova relazione con il mondo della natura che ci circonda, tutta compenetrata dalle forze del Cristo,

il quale si mostra in essa come vero Spirito della Terra e ce ne fa conoscere i segreti,

è questo il nuovo sapere che Rudolf Steiner chiama il «Leggere nel libro della natura.»

• Questo sapere viveva già secondo le sue parole, in forma diversa precristiana, in Aristotele,

e nell’epoca successiva, che ha avuto la sua più completa manifestazione nel medioevo europeo,

quel sapere fu sostituito dal «libro della rivelazione».

• Ma nel nostro tempo, dopo la fine del Kali Yuga e con l’inizio della nuova signoria di Michele,

dovrebbe riprender vita in forma più elevata e più comprensiva di quanto fosse in Aristotele,

nella scienza dello spirito a orientamento antroposofico del tempo presente.

 

Ecco perché Rudolf Steiner parla nella conferenza del 1 agosto 1924 a Dornach,

della necessità di ritornare a leggere nel libro della natura,

e dice che questo è uno dei più importanti impulsi della nostra epoca,

che deriva dallo stesso spirito del tempo dominante, da Michele,

perchè questo libro è oggi, nel senso più profondo, un libro cristiano:

▸ «Dopoché l’intelligenza amministrata da Michele è venuta tra gli uomini,

l’impulso di Michele stesso è quello di riportare gli uomini

ad aprire di nuovo il grande libro della natura e a leggerlo.» (O.O. 237)

 

E poi Rudolf Steiner prosegue, rivolgendosi direttamente agli antroposofi:

▸ «Chiunque si trova nel movimento antroposofico, dovrebbe proprio sentire

che può comprendere il suo karmasolo se sa che è a lui personalmente

che va l’invito a tornare a leggere spiritualmente nel «libro della natura»,

«trovare i retroscena spirituali della naturadopoché frattanto Dio ha dato la rivelazione.»

 

Ma in questi «retroscena spirituali della natura»,vale a dire, nella sfera degli spiriti elementari della Terra,

opera dopo il Mistero del Golgota, l’Essere del Cristo che da quel tempo si è unito alla Terra:

«questo odono gli spiriti elementari a oriente, a occidente, a nord, a sud:»

 

E come appello a riconoscerlo veracemente,

come invito a leggere di nuovo nel grande «Libro della natura», che si è ora profondamente cristianizzato,

risuona tre volte dalla meditazione della pietra fondamentale: «possano uomini udirlo33

 

• Sulla base dei ritmi di questa prima giornata del Convegno di Natale,

l’anima che ha riconosciuto le regole condizionanti la propria iniziazione,

può incamminarsi subito nella propria via iniziatica.

• Ci sono da percorrere sette grandi fasi misteriche,

da viversi una dopo l’altra nei sette ritmi di iniziazione, nel corso delle sette giornate natalizie.

 

 


 

Note:

25        – O.O. 260, pag. 62.

26        – «La scienza occulta» (O.O.13).

27        – O.O. 260, pag. 58.

28        – O.O. 260, pag. 56.

28a      – O.O. 243, 22/8/1924, Laterza 1931 pag. 220.

29        – Si deve notare che

• l’anima del defunto, anche in tempi precristiani,

non poteva sperimentare il grande uomo macrocosmico che risulta dall’azione di tutte nove le gerarchie,

senza l’aiuto dell’Entità-Cristo che allora si trovava sul Sole.

• In tal guisa quello che allora il Cristo, attraverso la sua unione sacrificale con la sfera terrestre,

dava all’uomo nella sfera solare come esperienza di Sè nel grande uomo macrocosmico,

diventa adesso raggiungibile sulla Terra all’uomo incarnato nel corpo fisico,

attraverso la sua unione completamente libera con l’impulso-Cristo. (Vedi O.O. 239, 25/5/1924).

• Questa possibilità, che fu riportata dal Cristo per tutta la futura evoluzione,

e che solo a poco a poco, partendo dalla libertà, può venir realizzata dall’umanità,

ci indica anche la grande mèta di tutta l’evoluzione della Terra.

• Ciò sarà visibile nell’esposto ulteriore, quando considereremo il VII ritmo, quello conclusivo, del Convegno di Natale.

30        – O.O. 260, pag. 60.

30a      – O.O. 260, pagg. 57 e seg.

31        – Vedi anche la conferenza del 14/6/1924 (O.O. 239).

32        – Tale composizione del ritmo del primo giorno ci dà anche un’immagine

di come, attraverso l’impulso-Cristo nella IV parte,

si riuniscono nella nuova iniziazione le due vie misteriche principali della antichità:

• la via dell’immersione nell’anima (la via del Budda che appare ai pastori)

che è più in relazione con i primi capoversi delle parti I a III;

• ld’altro lato la via dell’immersione nei segreti del macrocosmo

(la via di Zaratustra, rappresentato dai suoi discepoli, i magi d’oriente)

che è più in relazione con i secondi capoversi di quelle parti.

33        – L’appello agli spiriti elementari che abbiamo citato, può esser visto anche

in relazione a quel passaggio della nuova leggenda di Iside (O.O. 180, 6/1/1918)

nel quale si narra di come Iside riebbe nella sua vera forma suo figlio, che Tifone aveva smembrato.

Rudolf Steiner lo descrive con le seguenti parole:

▸ «Ma venne il giorno in cui essa potè riceverlo nella sua vera figura, nella sua figura genuina, dalle mani di una serie di spiriti, che erano spiriti elementari della natura, lo potè riavere da spiriti elementari della natura…»

e Rudolf Steiner prosegue a dire che,

•   grazie a questo miracoloso ritorno del figlio, Iside giunse alla chiaroveggenza, che le svelò poi ▸ «il profondo significato… di quello che è chiamato il Logos nel Vangelo di Giovanni»; «le si aprì il significato giovanneo del Mistero del Golgota. Mediante questa forza il potere dei comi di vacca afferrò la corona di papiro e la trasformò in una reale corona d’oro di vera saggezza.»