La missione del Maestro Gesù nel corso dell’anno

Il corso dell’anno come via di iniziazione – Dall’avvento a Pasqua


 

Prima di passare all’esame del contenuto dei colloqui dei quaranta giorni, così come ci è consentito sulla base delle comunicazioni della scienza dello spirito, vogliamo considerare un aspetto puramente soprasensibile di tali colloqui collegato in modo speciale con il tema fondamentale di quest’opera, e cioè l’esame in chiave esoterica del corso dell’anno. Questo aspetto ‘soprasensibile’ degli ammaestramenti dei quaranta giorni, è dato dalla presenza accanto ai discepoli, che percepiscono il loro maestro, di altre tre individualità presenti in forma soprasensibile, che ascoltano gli insegnamenti senza essere incarnate in un corpo fisico.

 

• Una di esse è l’anima natanica che abbiamo presentata già in diverse connessioni. Essa resta anche dopo il mistero del Golgota indissolubilmente legata all’entità del Cristo, avvolgendolo nel mondo spirituale in una specie di involucro animico sotto l’aspetto di un’aura luminosa.

• La seconda individualità è l’entità spirituale di Giovanni il Battista, legata all’apostolo Giovanni dopo la sua iniziazione quale Lazzaro.15 Dopo la morte, l’entità spirituale del Battista formò quell’aura che, come dice Rudolf Steiner, avvolgeva gli apostoli quale loro «anima di gruppo.»16

• Infine dobbiamo segnalare la presenza occulta di una individualità che ha per noi, come vedremo, un significato estremamente importante, e cioè l’individualità di Zarathustra.

 

Allo scopo di comprendere meglio il carattere particolare della sua partecipazione ai colloqui sopra ricordati dobbiamo seppur brevemente ricordare il compito estremamente importante che le venne assegnato dalla direzione del cosmo negli avvenimenti di Palestina. Dalle comunicazioni della scienza dello spirito sappiamo che all’inizio dell’era cristiana, l’individualità di Zarathustra si incarnò nel bambino Gesù salomonico, descritto nel vangelo di Matteo. Quindi, allorché il bambino raggiunse l’età di dodici anni, l’io di Zarathustra lo abbandonò per unirsi al bambino Gesù natanico descritto nel vangelo di Luca, nel quale dimorò fino all’età di trent’anni. Il bambino Gesù salomonico, abbandonato dall’io di Zarathustra, morì poco tempo dopo e il suo corpo eterico completamente trasformato e spiritualizzato venne elevato al mondo spirituale dall’individualità della madre del Gesù natanico, deceduta circa alla stessa epoca.17

In tal modo, durante i diciotto anni in cui l’io di Zarathustra rimase legato agli involucri del Gesù natanico, il corpo eterico che originariamente gli apparteneva, si trovava nel mondo spirituale. Esso era infatti metamorfosato a tal punto, da non soggiacere al processo di dissoluzione nell’etere universale, che subisce altrimenti il corpo eterico dell’uomo dopo la morte. Quindi, poco prima del battesimo al Giordano, l’io di Zarathustra abbandonò anche gli involucri di Gesù di Nazareth che egli aveva preparato per l’io solare del Cristo e, attraverso una specie di ‘ascensione microcosmica’, salì al mondo spirituale.

Questa ‘ascensione’ dell’io di Zarathustra va considerata soprattutto come un altissimo atto sacrificale: egli sacrificò dapprima al Gesù natanico tutti i tesori di saggezza che aveva accumulati nel corso delle incarnazioni precedenti,18 e abbandonò il piano fisico rinunciando volontariamente ad essere testimone del massimo avvenimento dell’esistenza terrestre e cioè l’apparizione del Cristo sulla Terra.17 Così, durante i tre anni di peregrinazione del Cristo sulla Terra, l’individualità di Zarathustra potè accompagnarlo solo dal mondo spirituale e specificamente dalla sfera più prossima al piano fisico là dove si trovava anche il corpo eterico del Gesù salomonico.

 

E ora vogliamo esaminare due intime proprietà di questo corpo eterico, che sono particolarmente importanti per le nostre ulteriori considerazioni.

• La prima è in relazione allo sviluppo umano complessivo e cioè allo stato del corpo eterico di tutti gli uomini all’epoca degli avvenimenti di Palestina. L’antica saggezza originaria che era stata donata all’uomo un tempo, nella sua discesa nel mondo fisico, quale contenuto del suo corpo eterico, era ormai completamente esaurita; ciò avvenne per l’influsso del corpo fisico, che agiva sul corpo eterico nel corso delle innumerevoli incarnazioni:

▸ «Durante l’epoca atlantica l’uomo si immerse con il corpo eterico nel corpo fisico; fu per lui, per così dire, una sventura; abbandonato da Dio dovette sperimentare nel mondo e nel corpo fisico le influenze di Lucifero e di Arimane; fu il suo destino. La conseguenza fu che proprio per l’influenza del corpo fisico, a causa dell’infusione della vita nel corpo fisico, l’antico tesoro di saggezza divenne inutilizzabile (…) e così, poiché l’uomo non possedeva nel suo corpo una sorgente per rinnovare la saggezza, avvenne che ogni volta che egli usciva dal suo corpo fisico dopo la morte, nel suo corpo eterico vi era meno saggezza(1) (…) sempre più il corpo eterico si impoveriva di saggezza».19

 

Così ai tempi degli avvenimenti di Palestina, solo gli iniziati e i discepoli dei misteri potevano immettere nel loro corpo eterico una certa quantità di saggezza o direttamente acquisita dai misteri stessi oppure attinta da iniziazioni conseguite in vite precedenti. Alla restante umanità questo non era più accessibile.

E ora chiediamoci: quella stessa saggezza era patrimonio anche del bambino Gesù salomonico? Ad una osservazione esteriore della sua vita risponderemmo sicuramente in modo affermativo, dato che sappiamo che egli portava in sé un io eccezionalmente maturo, ricolmo delle acquisizioni e delle esperienze spirituali delle trascorse vite terrene. Tuttavia un esame più approfondito fornisce una risposta antitetica. Il fatto è che l’io di Zarathustra, quale portatore della saggezza di tutte le sue precedenti incarnazioni, abbandonò gli involucri del bambino Gesù salomonico prima della nascita del suo corpo astrale, vale a dire prima che, per l’intermediazione appunto del corpo astrale, l’io potesse trasmettere tutta la propria saggezza al corpo eterico.

Questo avvenne invece per il corpo eterico del Gesù natanico e ciò è descritto nella scena della conversazione di Gesù coi dottori nel tempio, descritta da Luca (Le. 2,42-52).

 

Constatiamo dunque che il corpo eterico del bambino Gesù salomonico non ricevette nessun particolare dono di saggezza interiore, né dal decorso globale dell’evoluzione, né dall’io di Zarathustra.20 Questa è la seconda caratteristica fondamentale.

Tuttavia, malgrado quanto detto, questo corpo eterico si differenziava fortemente da quello degli altri uomini. Nonostante l’io di Zarathustra non avesse potuto incarnarsi pienamente in esso prima del dodicesimo anno tuttavia, come avviene normalmente per ogni uomo nella prima infanzia, l’io potè lavorare al corpo eterico già in grande misura dai mondi spirituali.21 E poiché l’io di Zarathustra era quello del massimo iniziato terrestre, il corpo eterico che egli elaborò, seppure ‘da fuori’ divenne un «prezioso involucro eterico.»22

In tal modo abbiamo a che fare con un corpo eterico che da un lato, in rapporto al suo contenuto di saggezza superiore, era perfettamente vuoto, e dall’altro lato in relazione alla sua forma, aveva raggiunto la massima perfezione poiché tale forma gli venne conferita dall’io dello stesso Zarathustra, che agì nel bambino Gesù salomonico fino all’età di dodici anni seppure fondamentalmente dai mondi spirituali.

Volendoci esprimere con un’immagine possiamo dire che questo particolare corpo eterico ci appare come un calice di forma meravigliosa e tuttavia ancora vuoto, come in attesa di essere riempito di un nuovo contenuto, di una nuova saggezza.

Dopo la morte del bambino Gesù salomonico esso sale ai mondi superiori e là si conserva per tre interi settenni, fino al mistero del Golgota. Là sulla collina del Golgota, allorquando il sangue sgorga dalle ferite del Salvatore crocefisso, un’ondata di nuova vita eterica si riversa nella sfera eterica della Terra.23 Grazie a ciò venne fornita al corpo eterico di tutti gli uomini la possibilità di accogliere in avvenire la nuova saggezza, la saggezza-vita del Cristo.

 

▸ «Supponiamo invece che al momento giusto si verifichi qualcosa per cui l’uomo, nel momento in cui il suo corpo eterico torna a fuoriuscire dal corpo fisico,(2) diventi capace di dare qualcosa a questo corpo eterico, di vivificarlo nuovamente, di compenetrarlo nuovamente di saggezza. Allora anche il corpo eterico muoverebbe verso il futuro, ma avrebbe nuova vita e nuova forza, che potrebbe nuovamente adoperare per la vivificazione del corpo fisico; potrebbe rimandare forza e vita al corpo fisico (…) Doveva dunque venire un impulso sulla Terra per mezzo del quale ciò che era stato consumato dell’antico patrimonio di saggezza potesse rinascere, per mezzo del quale potesse venire innestata nuova vita nel corpo eterico (…) E questa nuova vita fu portata al corpo eterico dal Cristo» 24

 

• Le forze vitali che in quel momento impregnarono dal Golgota tutto l’ambiente eterico della Terra25 permearono altresì con particolare vigore il corpo eterico del Gesù bambino salomonico, salvaguardato nel mondo spirituale, per cui questo potè unirsi in modo assolutamente nuovo con l’io di Zarathustra presente a sua volta nel mondo spirituale.

• Cosicché questa entità eccezionale dell’io di Zarathustra, congiuntosi al corpo eterico del bambino Gesù salomonico rivivificato dal mistero del Golgota, potè entrare direttamente nella sfera eterica della resurrezione e prendere parte (sia pure in un corpo eterico) ai colloqui dei quaranta giorni26

• Una conseguenza della partecipazione dell’io di Zarathustra ai colloqui del Risorto, fu il graduale «ricolmarsi» di saggezza da parte del corpo eterico completamente vuoto del Gesù salomonico, mentre l’io di Zarathustra, che aveva ceduto in sacrificio tutta la propria saggezza al bambino Gesù natanico, tornò a riceverla in forma completamente metamorfosata quale saggezza del Cristo risorto tramite gli insegnamenti dei quaranta giorni.27 E così il nuovo corpo eterico di Zarathustra venne colmato della nuova saggezza esoterica cristiana nel tempo fra la Pasqua e la Pentecoste. E poiché il corpo eterico è altresì il portatore della memoria profonda e «vivente» dell’uomo, allora si può affermare che

• da quel momento l’individualità di Zarathustra divenne portatrice, ovvero custode

della pienezza della saggezza del Cristo risorto e del mistero del Golgota,

vale a dire della sapienza del cristianesimo esoterico scaturita dai colloqui dei quaranta giorni.

• E poiché, come sappiamo, il contenuto fondamentale di tali colloqui fu la rivelazione del mistero del «corpo incorruttibile» risorto dal sepolcro del Golgota in quanto corpo fisico spiritualizzato dell’uomo, allora questo sapere divenne per Zarathustra sorgente di forze reali; esso non era infatti un comune sapere umano, ma un sapere vivente e sostanziale, in quanto Zarathustra si trovava nel mondo spirituale, dove il sapere è sostanziale, essenziale.

Grazie a quelle forze

egli potè poco tempo dopo, costruirsi un nuovo corpo fisico

per affrontare una nuova e ancor più elevata missione in seno all’umanità.28

 

▸ «Esso [l’io di Zarathustra] con l’aiuto di quel corpo eterico potè edificarsi relativamente poco tempo dopo un nuovo corpo fisico. Con ciò nacque per la prima volta quell’entità che da allora apparve ripetutamente con intervalli di tempo relativamente brevi fra morte e rinascita,29 [infatti l’io di Zarathustra era maturo a tal punto da non dover sostare nel devachan]30 cosicché quest’entità, ogni volta che abbandonava con la morte il corpo fisico, appariva presto in una nuova incarnazione».31

 

Questo NUOVO ESSERE «nato allora per la prima volta»

accompagna da allora in modo nascosto la storia dell’umanità,

in qualità di grande istruttore del cristianesimo esoterico,

in quanto «Maestro Gesù»,

e custodisce la piena saggezza degli insegnamenti del Risorto,

il portatore della massima conoscenza degli eventi di Palestina:

 

▸ «Questa entità che così ha ritrovato il proprio (…) corpo eterico deposto, seguì da allora i destini dell’umanità. Essa divenne il grande aiuto di coloro che volevano comprendere l’evento di Palestina. Essa cammina nella storia quale «Maestro Gesù». Cosicché l’io di Zarathustra, dopo aver ritrovato il suo corpo eterico, iniziò la sua missione nella storia quale «Maestro Gesù» e da allora vive sulla Terra incarnandosi sempre di nuovo per consigliare e guidare la corrente spirituale cristiana. Esso è l’ispiratore di coloro che vogliono comprendere il cristianesimo che si evolve in modo vivente; esso, in seno alle scuole esoteriche, ha ispirato coloro che dovevano coltivare ininterrottamente gli insegnamenti del cristianesimo; esso si cela dietro le grandi personalità spirituali, ammaestrando senza sosta sul significato dell’evento di Palestina»32

(ma c’è un altro maestro particolarmente importante di questa via, una seconda individualità della quale parleremo in seguito).

 

Facendo il bilancio di questo breve esame del cammino spirituale dell’individualità di Zarathustra possiamo dire: da tempi remotissimi, dall’epoca protopersiana e ancora dall’epoca atlantica, Zarathustra fu il grande servitore dello spirito solare del Cristo.

Nel suo itinerario di servizio nel corso di innumerevoli incarnazioni, egli accumulò immensi tesori di saggezza superiore al fine di offrirla un giorno in sacrificio al Gesù natanico per diciotto anni, alla svolta dei tempi, per preparare la venuta sulla Terra dello stesso Cristo. Grazie a questo sacrificio, che culminò con l’abbandono degli involucri di Gesù immediatamente prima del battesimo nel Giordano, Zarathustra potè vivere il mistero del Golgota dal mondo spirituale adiacente alla Terra, dopo essersi unito al corpo eterico metamorfosato del Gesù salomonico, e divenire testimone soprasensibile dei colloqui dei quaranta giorni.

Il fatto che Zarathustra potè partecipare al mistero del Golgota dal mondo spirituale e, in forma soprasensibile, restare accanto al Cristo risorto fino all’Ascensione, si mostra quale massimo frutto del suo cammino spirituale nel corso dei millenni e al tempo stesso come l’inizio della sua nuova e ancor più elevata missione in seno all’umanità quale maestro Gesù.

E così da allora, nel corso dell’anno, la resurrezione di Pasqua e i successivi quaranta giorni costituiscono nel corso dell’anno, per il Maestro Gesù (Zarathustra), la ripetizione microcosmica dei fatti macrocosmici che si compirono un tempo, ed ai quali egli potè partecipare direttamente dal mondo spirituale. Per una legge profonda, ogni anno il Maestro Gesù, indipendentemente dal fatto che sia o meno incarnato in un corpo fisico, cerca la ripetizione microcosmica delle esperienze fatte un tempo nel macrocosmo, al fine di trasmetterne i frutti alle anime umane che vi siano preparate, e che a loro volta potranno diffondere gli impulsi del cristianesimo esoterico in seno all’umanità.

 

Non solo: per tutti gli uomini che cerchino ardentemente di comprendere gli eventi di Palestina,

il tempo dell’anno più favorevole è quello che va dalla Pasqua all’Ascensione.

In tal modo ci si può avvicinare al Maestro Gesù sulla via meditativo-spirituale, divenendo in un certo senso suoi discepoli esoterici, e venendo in contatto per suo tramite con la massima saggezza cristiana da lui conservata, la saggezza del Cristo risorto. E chi, anno dopo anno, nell’epoca in questione si sforzi in tal senso, potrà conseguire un’effettiva esperienza soprasensibile di ciò che Rudolf Steiner descrive con le seguenti parole:

▸ «Coloro che sulla base della scienza dello spirito hanno il compito di operare quali esecutori testamentari di ciò che fluisce dal mistero del Golgota nell’umanità, costoro sanno che Gesù, che ha albergato in sé il Cristo, ogni anno in prossimità della Pasqua, si reca là dove si verificò il mistero del Golgota. Poco importa che Gesù sia o meno incarnato(3), egli ogni anno visita tale sito e là i discepoli che ne sono maturi possono riunirsi a lui».33

 

Così l’esame esoterico del ciclo dell’anno ci conduce anche alla conoscenza della grande missione del Maestro Gesù in seno all’umanità.

Sulla base di questa consapevolezza e della conoscenza di una delle vie sulle quali tale missione può realizzarsi possiamo, sia pure in maniera abbozzata, affrontare il contenuto dei colloqui dei quaranta giorni, per quel che di esso ci è rivelato dalle investigazioni scientifico-spirituali di Rudolf Steiner ed è connesso con le ispirazioni del Maestro Gesù.

 

Come già abbiamo detto nel precedente capitolo, in questi colloqui del Risorto con i discepoli troviamo il più profondo e universale sapere sul mistero del Golgota, ma soprattutto sul mutato rapporto che ne scaturì fra macro e microcosmo, fra il mondo degli Dei e quello degli uomini. E da questi due punti di vista, quello del mondo divino e quello del mondo umano, faremo ora le nostre considerazioni sul mistero del Golgota e quindi sulla festa di Pasqua; infatti questi due punti di vista tornano sempre a manifestare la loro interrelazione reciproca nel corso dell’anno, tramite la triplice costellazione di Pasqua nel macrocosmo, e nella celebrazione della resurrezione fatta in Terra dagli uomini.

 

 


 

Note tra patrentesi:

(1) – Più oltre in questa stessa conferenza, Rudolf Steiner richiama l’attenzione sul legame più diretto esistente fra la saggezza del corpo eterico e le sue forze vitali.

(2) – Della progressiva fuoriuscita del corpo eterico dal corpo fisico, che cominciò con il mistero del Golgota, si parla più diffusamente nel capitolo sull’Ascensione.

(3) – Nella prima parte del citato può sembrare che qui si tratti non del Maestro Gesù, ma dell’anima natanica. Ciò è tuttavia da escludersi per l’affermazione successiva evidenziata in corsivo. Infatti le parole «sia o meno incarnato» sono riferibili solo al Maestro Gesù, cosa che non esclude una partecipazione soprasensibile dell’anima natanica a questi «incontri pasquali» annuali.

 

Note:

15 O.O. 238, 28.9.1924 nonché i chiarimenti aggiuntivi di Kudnll Stellici inseriti nell’edizione del 1974, così come i commenti di Dr. L. Noli c Kirchner-Bockholt

16 O.O. 139, 20.9.1912

17 O.O. 114, 21.9.1909

18 O.O. 114, 21.9.1909

19 – O.O. 112, 5.7.1909

20 – Il fatto che, secondo le comunicazioni della scienza spirituale, il bambino Gesù Salomonico fosse esternamente un bambino molto precoce (vedi conferenze del 17.12.1913, O.O. 148) non contraddice quando detto, poiché di nuovo dobbiamo distinguere tra lo sviluppo esteriore e quello interiore.

21 – In riferimento al processo generale dell’incarnazione dell’io negli involucri, così come si svolge in ogni bambino, possiamo dire quanto segue: ogni bambino entra nel mondo attraverso la nascita fisica; tuttavia più tardi, circa intorno ai sette anni, si aggiunge la nascita eterica, poi intorno ai quattordici la nascita astrale, e infine solo ai ventuno anni il suo io si incarna definitivamente negli involucri che egli ha preparati fino a un certo grado ancora dal mondo spirituale. Nell’antichità le tappe corrispondenti si compivano ogni volta con due anni di anticipo, cioè a cinque, dodici e diciannove anni (cf. conferenza 21.9.1909, O.O. 114). Dunque dapprima l’io è separato dal corpo fisico da due involucri: eterico e astrale) e quindi da uno solo (astrale). Solo a partire dal quattordicesimo anno la strada c libera per l’io, che inizia il suo processo di incarnazione nel corpo fisico, attraverso i corpi astrale ed eterico, incarnandosi gradualmente partendo dall’interiorità.

22 – O.O. 114, 21.9.1909

23 – Cf.: conferenze del 6.7.1909, O.O. 112 e 1.10.1911, O.O. 130.

24 O.O. 112, 5.7.1909

25 – O.O. 130, 1.10.1911

26 – Per questo motivo nell’opera più completa che ci sia pervenuta dell’antica letteratura gnostica, la Pistis-Sophia che tratta degli incontri del Risorto con i discepoli, si parla di Elia-Giovanni nonché del mistero dei due bambini Gesù.

27 – Un processo simile si compie più tardi con l’iniziazione di Christian Ro- senkreutz nel XIII secolo (vedi conferenza 27.9.1911, O.O. 130)

28 – Anche per questo motivo in un avvenire che è già iniziato ai nostri tempi, sarà proprio l’individualità di Zarathustra l’istruttore e la guida il quel processo di pareggio karmico descritto alla fine del capitolo ‘La virtù della speranza e il settimo periodo di civiltà postatlantico’.

29 – Questa è un’ulteriore analogia nell’opera di Maestro Gesù e di Cristiano Rosacroce dopo l’iniziazione di quest’ultimo nel XIII secolo. Questo ò il motivo per cui Rudolf Steiner parla più o meno negli stessi termini di Maestro Gesù e di Cristiano Rosacroce (O.O. 130, 9.2.1912)

30 – O.O. 114, 21.9.1909

31 – Ibidem

32 – Ibidem. Esaminando la natura della biografia di Rudolf Steiner, già nella struttura che egli conferì ai suoi cicli di conferenze cristologiche, si distinguono chiaramente tre fonti di ispirazione, risalenti ciascuna a una individualità che aveva partecipato ai colloqui dei quaranta giorni con il Risorto. La prima individualità c Lazzaro-Giovanni, il quale grazie alla sua prece dente Iniziazione e grazie all’unione con l’entelechia di Giovanni Battista potè, lui solo, assimilare (‘insegnamento del Risorto con un altissimo grado di coscienza rispetto agli altri presenti. Nella cristologia di Rudolf Steiner l’ispirazione di Lazzaro-Giovanni è riconoscibile particolarmente nella descrizione delle due vie di iniziazione cristiana: da una parte la via mistico cristiana, fondata sull’immersione meditativa nel vangelo di Giovanni quale strada principale per lo sviluppo interiore nell’epoca che ha preceduto l’apparizione della corrente rosicruciana (il massimo insegnante di questa via era la seconda individualità di cui si parla più sotto); dall’altra la desco zione dell’iniziazione rosicruciana-cristiana che è la sola via spirituale adatta all’uomo del tempo presente.

La seconda individualità è Zarathustra il quale, come abbiamo visto, nella sua qualità di Maestro Gesù e di custode della saggezza del cristianesimo esoterico si rifà in primo luogo alla saggezza degli incontri dei quaranta giorni. L’ispirazione di questa individualità la troviamo in tutti i cicli fondamentali cristologici ed evangelici di Rudolf Steiner, nonché in conferenze isolate direttamente correlate ai contenuti dei colloqui con il Risorto (cf. per es. O.O. 211). Infatti in tutti questi cicli viene esposta anzitutto la conoscenza dei diversi aspetti del mistero del Cristo. Infine nel lesto de Il Quinto vangelo c nelle conferenze sui gradi preparatori al mistero del Golgota si riconosce l’ispirazione dell’anima natanica che si evidenzia decisa mente nel carattere stesso delle conferenze. Qui infatti la cosa essenziale non è tanto la ‘conoscenza’ (come nei cicli cristologici ed evangelici) ina la ‘narrazione’ degli eventi ai quali per trentatré anni prese parte l’anima natanica, narrazione che si rivolge direttamente al cuore dell’uomo.

Con stupore poi rileviamo in taluni cicli di conferenze la sintesi ha le di verse fonti di ispirazione. Per esempio nel ciclo sul vangelo di Luca vi so no già molte comunicazioni riguardanti Il Quinto vangelo, in particolare sui destini terreni e celesti dell’anima natanica anche se il ciclo conserva un carattere conoscitivo nel suo insieme. Vi troviamo poi la descrizione della storia dell’anima natanica ispirata da Zarathustra. Una situazione specula re è invece quella de Il Quinto vangelo. In queste conferenze tutte le con siderazioni, anche quelle in cui si parla direttamente di Zarathustra sono come immerse in un’atmosfera di particolare intimità e cordialità, proveniente dall’ispirazione dell’anima natanica (vedi in particolare la conferenza del 3.10.1913 ove viene descritta l’antica iniziazione persiana che fu al contempo l’iniziazione di Zarathustra, nonché le conferenze del 5-6.10.1913, O.O. 148).

(Al lettore che conosca già il contenuto del libro citato più sopra può essere accennata un’ulteriore fonte di ispirazione: quella del bodhisattva guida del nostro tempo, il futuro Maitreya Buddha. Grazie alle sue ispirazioni Rudolf Steiner potè annunciare il ritorno del Cristo nell’eterico nel XX secolo; vedi conferenza del 10.9.1910, O.O. 123).

33 – O.O. 130, 5.5.1912 O.O. 211, 15.4.1922